La guida ai supporti per la stampa digitale prosegue con un prodotto dotato di una incredibile flessibilità, in tutti i sensi. Stiamo parlando del telo in PVC, meglio noto come “banner” o ancor più noto come “striscione”.
Tecnicamente la sigla PVC sta per PoliVinilCloruro (cloruro di polivinile) e rappresenta una delle materie plastiche più utilizzate nel mondo. Il cloruro di polivinile fu osservato casualmente in due occasioni durante il XIX secolo; all’inizio del XX secolo i primi tentativi di sfruttamento commerciale (in Germania e in Russia) caddero in frustrazione: materiale troppo rigido e fragile. Fu l’aggiunta di additivi plastificanti nel 1926 a conferire flessibilità al materiale e quindi a farlo decollare commercialmente. In Italia uno dei primi e principali produttori di PVC è stata la Montedison nel polo petrolchimico di Porto Marghera, a Venezia.
L’applicazione più nota è sicuramente quella dell’industria discografica: il PVC è il “vinile” usato nella realizzazione dei dischi. Ma ci sono numerose altre applicazioni note: tubi per edilizia (grondaie, tubi per acqua potabile), cavi elettrici, profili per finestre, pavimenti vinilici, pellicole per imballaggi, serbatoi, valvole, rubinetti, vasche e fibre tessili artificiali.
Nella stampa digitale questo materiale viene utilizzato per la realizzazione dei cosiddetti “banner” o “striscioni”. Parliamo di teli con struttura portante in fibre di poliestere tessute per formare il supporto su cui stendere il PVC. In base al tipo di stesura distinguiamo due grandi famiglie di banner: calandrati, più economici, indicati per applicazioni di breve durata che non richiedono elevata resistenza, oppure spalmati, di qualità, resistenza e stampabilità superiori. E’ semplice distinguerli, basta osservarne il retro: a differenza degli spalmati, sul retro dei calandrati presentano a vista la superficie a rete della struttura portante.
In ambito pubblicitario il banner ha conosciuto e continua a conoscere grande riscontro e ne distinguiamo tre tipologie: il monofacciale (frontlit, stampabile su un solo lato), il bifacciale (backlit, stampabile su entrambi i lati) e il retroilluminabile (backlit). Con questi materiali è possibile realizzare striscioni e stendardi ad uso pubblicitario di aziende presso impianti sportivi, per allestimenti fiere, per coperture stand e in generale per pubblicità di medio e grande formato, per uso esterno ed interno.
Come tutti i materiali plastici, oltre ai numerosi pregi è giusto rilevare anche qualche effetto collaterale del pvc. Allo stato puro non può essere utilizzato: se bruciato o scaldato ad alte temperature produce sostanze tossiche per la presenza di cloro nella molecola (acido cloridrico, diossina o cloruro di vinile monomero). Per questo motivo per questa ragione viene stabilizzato con additivi plastificanti che ne aumentano anche la morbidezza. Sebbene si tratti di plastica riciclabile, il PVC viene recuperato parzialmente a causa degli alti costi di trattamento; l’auspicio è che la tecnica Vinyloop (rigenerazione del PVC al 100%) diventi di larga diffusione.