In questo articolo, uno dei tanti dedicati ai materiali per la stampa digitale, parliamo un supporto rigido “nobile”, dalle caratteristiche particolari, utilizzato in numerosissime applicazioni e con tanti nomi diversi, di cui uno particolarmente noto al pubblico: il Plexiglass.
Noto commercialmente con numerose denominazioni legate a chi lo produce (Acrivill, Altuglas, Deglas, Limacryl, Lucite, Oroglas, Perclax, Perspex, Plexiglas, Plexiglass, Resartglass, Vitroflex, Trespex, Setacryl), il Plexiglass è scientificamente un polimero del metacrilato di metile, ovvero polimetilmetacrilato (in forma abbreviata PMMA). Nel linguaggio comune, parliamo di una materia plastica trasparente estremamente versatile.
I primi sviluppi di questo materiale risalgono al 1928. Nel 1936 vede la luce la prima lastra chiamata Perspex, dal latino “perspicio” (vedo attraverso). E’ un materiale molto trasparente, anche più del vetro. Simile alla fibra ottica per comportamento e qualità di trasparenza, in base alla mescola acquista un diverso livello di infrangibilità e per questo risulta un materiale molto utilizzato nella fabbricazione di vetri di sicurezza, nei presidi antinfortunistici, nell’oggettistica d’arredamento.
Per la stampa digitale è un supporto eccellente per la possibilità di stampa diretta e per la grande resistenza alla rottura. Più costoso di altri materiali, può essere inciso e quindi assumere le forme più disparate. Non è studiato per l’usura meccanica, presenta una certa sensibilità ai graffi. Si utilizza generalmente per realizzare supporti trasparenti decorati, espositori di grande impatto, targhe per uso interno ed esterno, elementi decorativi di grande impatto.
Oltre alla stampa digitale, il plexiglass è utilizzato per numerose applicazioni: i fanali posteriori delle automobili, le barriere antirumore e quelle di protezione negli stadi, le finestre degli acquari, le vasche da bagno e i piatti doccia. Essendo un materiale biocompatibile con i tessuti umani, viene usato nella produzione di lenti intraoculari per la cataratta. Alcuni tipi di lenti a contatto morbide sono realizzate con polimeri simili, ma trattati per essere idrofili.
Notevoli sono le sue applicazioni in ambito medico. In ortopedia si utilizza in forma di polvere da miscelare al momento dell’uso con metacrilato di metile liquido per formare una pasta che indurisce gradualmente. Viene impiegato come cementificante per fissare impianti, otturare denti, rimodellare ossa e riparare vertebre fratturate (vertebroplastica). In chirurgia estetica possono effettuarsi iniezioni di microsfere sotto pelle per ridurre rughe e cicatrici. E’ un materiale sensibile alla corrente e alla luce, quindi utilizzato nella microelettronica e per la realizzazione di fibre ottiche. In radiologia e radioterapia è usato per creare fantocci destinati alla ricerca o alle prove di qualità, ai test di irradiazione, alla realizzazione dei fogli per le lastre.
Pochi produttori al mondo possiedono impianti e tecnologie per ottenere questo materiale sotto forma di blocchi con spessori superiori ai 40 cm. Tali blocchi vengono destinati a scopi artistici come materia prima per sculture non realizzabili col cristallo, per apparecchi medicali e lenti di grandi dimensioni, per le finestrature dei sottomarini e per le grandi pareti trasparenti degli acquari oceanici.